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25.07.2014
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De Ponti: “Basta con le attese, la Commissione europea abbia il coraggio di dire sì o no alle richieste di Italia Francia e Spagna sulla frutta estiva”

“Abbiamo denunciato agli inizi di luglio la gravità della crisi che ha investito il settore delle pesche e più in generale quello della frutta estiva, invocando provvedimenti urgentissimi come previsto dalle normative comunitarie ma ancora oggi ci sentiamo rispondere che la Commissione europea ha bisogno di ulteriori approfondimenti: basta, ci dicano si o no ma finiamola con questi comportamenti gattopardeschi che puntano a non fare nulla di quello che, anche con fatica, è stato deciso da Parlamento europeo e Consiglio grazie alla riforma della PAC. Magari dando il via agli interventi straordinari quando non ce ne sarà più bisogno e a qual punto incolpare i produttori di non saper utilizzare gli strumenti messi a disposizione.

L’Europa è dei cittadini non dei burocrati, abbiamo il diritto che siano impegnate le risorse necessarie per la gravità della crisi che ha colpito le produzioni estive.” Questo il commento di Ambrogio De Ponti all’ennesimo rinvio della Commissione europea nei confronti delle richieste formulate da parte delle delegazioni di Italia, Francia e Spagna per attivare le misure straordinarie previste in caso di crisi. “Non riusciamo a capire quali approfondimenti o di quali dati necessiti la Commissione, forse di qualche nevicata eccezionale nel mese di luglio che possa dimostrare  un andamento climatico anomalo come non si ricorda da tempo? Vengano a vedere i nostri prodotti marcire in campo per colpa delle piogge o delle malattie indotte dall’eccesso di umidità.

Qui siamo di fronte alla crisi di un settore economico che coinvolge migliaia e migliaia di aziende, di famiglie, di lavoratori dove, come ha detto recentemente il mio Vice Presidente Antonio Schiavelli  a proposito delle pesche la differenza tra la nostra ricchezza e la nostra povertà sta in 10-15 centesimi di euro. Considerati i prezzi che vengono realizzati molti produttori hanno deciso di lasciare il prodotto sulle piante. Il Ministro Martina, che pur si sta impegnando per trovare una soluzione, alzi la voce a Bruxelles: ne abbiamo diritto!”