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04.02.2016
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Fruit Logistica, Ortofrutta: la partita si vince facendo rete

“L’ortofrutta italiana, per qualità, storia, esperienza, assortimento e calendario, è in grado di competere su tutti i mercati internazionali  – così dichiara Antonio Schiavelli, neo presidente UNAPROA, da Fruit Logistica, la kermesse berlinese dedicata all’ortofrutta, che  con i suoi oltre 2.800 espositori da 85 paesi è un contesto ideale per fare il punto sul settore -. Quello che manca al comparto, però, - puntualizza Schiavelli - è un sistema complessivo, che possa supportare le proiezioni verso i mercati internazionali: molte volte le dimensioni delle singole imprese non consentono un’interlocuzione proficua con i mercati di sbocco. Per la valenza economica del settore, per le sue implicazioni culturali e ambientali, per i riverberi occupazionali e il suo ruolo di caratterizzazione del paesaggio l’ortofrutta deve avere un posto centrale nelle politiche del nostro paese.

L’ortofrutta è parte integrante del sistema paese – continua il Presidente di UNAPROA - e può continuare a produrre reddito e occupazione solo ispessendo la sua capacità di fare rete, amplificando un sistema di cooperazione che consenta il dispiegarsi di maggiori opportunità di conoscenza dei valori dei nostri prodotti e conseguentemente di nuovi mercati. Tre sono i principali obiettivi che ci prefiggiamo. Per prima cosa, sviluppare una maggiore ricerca e capacità di stare sul crinale dell’innovazione, sia per il prodotto, il processo e gli elementi accessori legati al servizio, sempre più aspetto fondante della relazione con il mercato. Vogliamo costruire una vera alleanza con il consumatore, dal quale ci aspettiamo riconoscibilità dello sforzo sotteso all’offerta di un prodotto che sintetizza in sé lavoro, cura, dedizione, professionalità, tutela del territorio, dell’ambiente e della biodiversità. Ma soprattutto, dobbiamo gratificare economicamente il nostro lavoro, restituendogli dignità. Abbiamo un compito comune – tutti gli attori della filiera, distribuzione compresa -  affinché venga sconfitta una cultura imperniata sul prezzo, spostando la competizione sui valori del prodotto. La differenza fra la civiltà e la legalità e l’inciviltà e l’illegalità – conclude Schiavelli – si gioca su appena 10 centesimi di euro. Un sacrificio minimo al momento dell’acquisto che racchiude un gesto dall’altissima valenza sociale e civile”.