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15.05.2014
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Unaproa, il futuro è nell'internazionalizzazione
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Testata : AgroNotizie


Conclusa a Roma l’assemblea del ventennale di Unaproa, focalizzata sull’internazionalizzazione del settore e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina.

“Adeguarsi al cambiamento è indispensabile per sopravvivere e restare competitivi, in uno scenario mondiale completamente mutato e in movimento chi resta fermo è perduto” così ha dichiarato il presidente di Unaproa Ambrogio De Ponti aprendo i lavori e ricordando il traguardo dei vent'anni dalla fondazione della principale Unione italiana dei produttori ortofrutticoli.

Quella dell’internazionalizzazione, d’altra parte, è stata unanimemente riconosciuta come una delle sfide che il settore dell'ortofrutta non può più rimandare.

“Se l'apertura al cambiamento è innanzitutto un atteggiamento mentale e un approccio culturale, – ha spiegato De Ponti - deve però sostanziarsi di elementi concreti”.

Sulle modalità operative del cambiamento il presidente e gli altri relatori hanno voluto condividere la ‘ricetta’ di Unaproa, che parte da una virata nel modo stesso di concepire i rapporti con i mercati esteri.
La proposta di Unaproa può essere definito un nuovo modello, distintamente italiano, per andare all'estero, in cui l’Unione suggerisce ai suoi associati proposte di aggregazione e organizzazione concrete. Primo appuntamento l’Expo 2015, identificato da De Ponti come una “leva potentissima di sviluppo; un traguardo che è in realtà un punto di partenza per presentare adeguatamente l'eccellenza della qualità della produzione italiana nel mondo”.

Le parole del presidente De Ponti hanno trovato pronto riscontro nell’intervento del ministro Martina che, sottolineando l'importanza di analizzare i modelli organizzativi italiani nel confronto con quelli stranieri e la necessità di mettersi sempre in discussione senza accontentarsi, si è dichiarato “molto interessato a sviluppare con Unaproa, come ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e di concerto con altri ministeri, in primis il Mise, una strategia".
"Vediamoci presto - ha concluso il ministro -  e approfondiamo assieme le risultanze dei ragionamenti che verranno fuori. Dobbiamo far leva su un potenziale straordinario di settore strutturando un'operazione congiunta”.

Esauriti gli approcci più o meno istituzionali, il tema dell'internazionalizzazione è stato quindi trattato sotto tutti i principali punti di vista dai relatori: Fabio Del Bravo, responsabile della Direzione Servizi di mercato e supporti tecnologici dell’Ismea; Andrea Rasca, esperto di progetti di internazionalizzazione, presidente e Ceo BTGW, Joel Myers, esperto internazionale in ICT, Ceo Identity Streams Limited; Luca Lanini, professore di logistica agroalimentare, Università Cattolica di Piacenza-Cremona e Supply Chain Senior Consultant; Massimo Lucidi, direttore generale della Banca Popolare del Lazio; Riccardo Redaelli, responsabile Operativo Servizio Internazionale Centrale della Banca Popolare di Sondrio.

Quello che è emerso dal susseguirsi degli interventi è il quadro di un Paese in fortissimo ritardo sui concorrenti, appesantito nella corsa ai mercati da eccessi di burocrazia, insufficienza di strutture e sfrenati individualismi. Il risultato di questo mix devastante è un potenziale economico immobilizzato e operatori sostanzialmente incapaci di sfruttare le potenzialità offerte dal dover trattare uno dei prodotti più richiesti al mondo: il cibo italiano.

Il modello offerto da Unaproa per uscire dall’impasse prevede il potenziamento del marchio “5 Colori del Benessere” da semplice marchio collettivo a vero e proprio brand internazionale; la creazione di strutture internazionali di retail e catene di ristorazione sul modello di quanto già fatto dai Paesi nostri concorrenti; combattere il fenomeno dell’Italian Sounding e aiutare i piccoli-medi produttori a crescere. La via più immediata per iniziare questa colossale operazione parte dallo sfruttamento del web e dei social network non solo per promuovere i prodotti (funzione ancora scarsamente utilizzata), ma per lanciare in tutto il mondo il cibo italiano come prodotto da commercializzare elettronicamente. Dopo aver indicato la strada, Unaproa si limiterebbe a svolgere una funzione di sostegno e coordinamento, ha spiegato a margine dell’incontro il suo presidente.

La palla ora passa ai produttori e solo il tempo dirà come sarà giocata la partita che vale il futuro del settore.
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Fonte: Agronotizie
Autore: Alessandro Vespa