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29.01.2013
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Tavola rotonda: - Ortofrutta Veneta, rilancio o lento declino? -
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Testata : Italiafruit News


ORTOFRUTTA VENETA, RILANCIO O LENTO DECLINO? BERTAIOLA, BRUNI, DE PONTI E CATANIA TRACCIANO LA VIA DA SEGUIRE: COMPETITIVITA' E AGGREGAZIONE

Un confronto sul futuro dell'ortofrutta in Veneto tra esponenti del mondo agricolo, istituzionale e politico al centro della tavola rotonda dal titolo "Ortofrutta Veneta, rilancio o lento declino?", che si è tenuta sabato 26 gennaio nella sala convegni di Veronamercato. L'appuntamento è stato organizzato dal Consorzio Ortofrutticolo Padano, realtà scaligera che associa 1.500 aziende e 15 cooperative.
Dopo l'introduzione di Gabriele Tibaldo, direttore del Consorzio Ortofrutticolo Padano, che ha tracciato un'analisi sulla situazione dell'ortofrutta veneta, sono intervenuti alla tavola rotonda Fausto Bertaiola, Presidente Consorzio Ortofrutticolo Padano, Paolo Bruni, Presidente CSO e Ambrogio De Ponti, Presidente Unaproa. La chiusura è stata affidata al ministro Mario Catania.
In un momento in cui l'agricoltura tiene il passo nonostante la crisi, le organizzazioni di produttori ortofrutticole chiedono si faccia luce sull'ortofrutta del Veneto, un comparto dalle grosse potenzialità che lotta per rimanere competitivo, ma con un futuro incerto e in possibile lento declino. Lo testimoniano i dati di riduzione della superficie coltivata nel Veneto. Per quanto riguarda il melo, si registrano 930 ettari (-13%) in meno rispetto al 2006; per il pesco, il calo è di oltre 1.500 ettari (-30%).
Fausto Bertaiola, presidente del Consorzio Ortofrutticolo Padano, ha dichiarato: "Ci sono ancora molti problemi da risolvere per i produttori. Si registra nell'ultimo anno un calo di consumi di ortofrutta dell'1,5% e nel territorio veronese, che vale l'80% della produzione ortofrutticola regionale, c'è una riduzione di produzioni e di superfici coltivate. La melicoltura veronese, ad esempio, vive una situazione di crisi cronica con prezzi praticamente invariati negli ultimi vent'anni, ma i costi di produzione sono quasi raddoppiati. La produzione delle pesche, inoltre, si è ridotta del 30%".
"Le priorità su cui dovrebbero concentrarsi gli sforzi del comparto ortofrutticolo e della politica - ha sottolineato Bertaiola - sono la competitività delle aziende agricole in un mercato europeo unico, dove il prezzo è uguale per tutti e, in un mercato mondiale sempre più globale, il produttore italiano non riesce ad essere concorrenziale per i costi di produzione troppo elevati. Purtroppo, l'equazione più qualità è uguale a più competitività non regge. Servono regole e misure di sostegno affinché la frutticoltura italiana possa tornare a essere competitiva. L'altra priorità - ha aggiunto il presidente del Consorzio Ortofrutticolo Padano - riguarda la necessita di accorciare la filiera, troppo occupata da passaggi che sottraggono valore aggiunto alla produzione. E' quindi necessario aggregare la produzione e creare soggetti forti in grado di confrontarsi alla pari con la grande distribuzione. Non è più il tempo per i produttori di restare da soli, è necessario fare rete e mettersi insieme".
Paolo Bruni, Presidente del CSO di Ferrara, ha messo in evidenza come sia necessario creare intese tra pubblico e privato poiché "nessuno da solo ce la può fare. Tutta l'Italia - ha precisato Bruni - non è riuscita a fare sistema, cioè a definire una specifica programmazione delle dinamiche di produzione per governare relazioni di mercato complesse. E' necessario per i produttori - ha proseguito Bruni - conquistare nuovi mercati, ma allo stesso tempo la politica deve intervenire. Per esempio, si potrebbero abbattere le finte barriere fitosanitarie. Cosa che abbiamo fatto con la Corea del Sud dove adesso si può esportare il kiwi, ma non con altri Paesi come gli Stati Uniti, in cui non è ancora possibile esportare mele e pere".
Il tema dell'aggregazione è stato al centro della relazione di Ambrogio De Ponti, Presidente Unaproa, che ha spiegato: "Il tentativo che dobbiamo fare è di lavorare insieme e fare un lavoro sistemico. E' necessario anche ridurre la burocrazia. Il recente articolo 62, che regola i contratti e i pagamenti, è un chiaro esempio che si può intervenire. E' importante - ha aggiunto De Ponti - che i produttori italiani siano messi nelle stesse condizioni di competere con i concorrenti stranieri (come spagnoli e francesi) e che le realtà virtuose italiane che si sono aggregate vengano premiate".
In chiusura della tavola rotonda, il Ministro dell'agricoltura Mario Catania ha evidenziato: "Il prodotto veneto è ottimo ma va supportato con strategie specifiche. Infatti, come per il resto d'Italia, il problema è che aumentano i costi di produzione ma non altrettanto i guadagni dei produttori. A parte alcune situazioni di nicchia, è sempre più difficile per il comparto far quadrare i conti delle imprese. Sul mercato c'è un'offerta crescente di prodotti: a quelli nazionali si aggiungono i prodotti esteri tra cui spiccano Spagna, Olanda e Nord Africa. La distribuzione trattiene circa l'80% del prezzo del prodotto, prosegue Catania. Allora è sempre più necessaria l'aggregazione dell'offerta perché solo in questo modo si può raggiungere una certa massa critica da condizionare il mercato. Inoltre, è importante lavorare sull'origine e tracciabilità del prodotto perché il consumatore è disposto anche a spendere qualcosa in più per comprare un prodotto italiano di qualità e controllato. C'è un lavoro da fare tra politica e produttori anche per recuperare sui consumi, conclude il ministro. Il vino italiano, ad esempio, è riuscito a recuperare con l'esportazione quello che perde internamente; l'ortofrutta ha tutte le capacità per fare altrettanto".

Fonte: Verona Economia